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iniziative

Cambiare lavoro: ecco i principali motivi e quali aspetti porta con sé il cambiamento.

9/12/2020

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Senza dubbio oggi giorno cambiare lavoro è un evento estremamente rilevante nella vita di un gran numero di persone. Vuoi che questo avvenga volontariamente o per necessità, il dato oggettivo resta: si tratta di un cambiamento e porta con sé degli aspetti significativi.
Per brevità, in questa occasione prenderemo in considerazione la condizione in cui la persona desidera cambiare lavoro, sarà certo interessante in futuro poter analizzare anche gli aspetti che riguardano il cambio di lavoro forzato.
Perché vogliamo cambiare lavoro? Perché cercare qualcosa d’altro? Naturalmente le spiegazioni potrebbero essere le più disparate è soggettive, ci sono degli aspetti che risultano essere comuni grazie ai dati che vengono raccolti dalle agenzie per il lavoro, head hunters e ai career coaches.
L’aspetto, forse, che tutti ci aspettiamo sia il principale potrebbe essere l’aspetto economico. In realta sembra che uno dei principali motivi che spinga le persone a cambiare lavoro riguardi la possibilità di trovare un miglior equilibrio tra vita privata e lavorativa. 
Questo dato potrebbe essere interessante se guardato in ottica di cambiamento del concetto di orario lavorativo, gestione e organizzazione del lavoro per una futura prospettiva. Questa comunque è un’altra storia.
Ritorniamo a noi, perché si cambia lavoro?
Voglia di nuovi stimoli, magari dopo tanti anni a svolgere lo stesso lavoro nella stessa azienda, la routine diventa noiosa, da qui anche il desiderio di acquisire nuove competenze e misurarsi con nuove sfide. In un’azienda dove la formazione, l’innovazione e la creatività delle persone viene lasciata nel parcheggio e non stimolata si rischia lo “spopolamento” di quelle persone che potrebbero fungere da traino e che invece andranno ad arricchire la concorrenza.
Un miglior compenso, certamente, è un motivo valido a parità di condizioni anche se, sembra, che per risultare determinante al cambiamento, debba essere accompagnato da altri fattori quali: la prospettiva di crescita professionale, una miglior organizzazione aziendale (ambiente di lavoro migliore) ultimo e probabilmente più importante il riconoscimento del lavoro svolto, delle competenze e della propria professionalità.
Vediamo cosa accompagna un cambiamento in questa sfera della nostra vita.
Da un lato, siamo contenti della novità e delle opportunità che si prospettano, dall’altro abbiamo paura rispetto alle incognite del cambiamo lavoro.
La fine di un rapporto di lavoro può rappresentare un momento positivo nella vostra carriera, è comunque facile provare delle emozioni, anche non piacevoli, se ci lasciamo alle spalle qualcosa di familiare, come può essere un lavoro che svolgiamo da anni, colleghi che conosciamo bene, un ufficio che ci ha ospitati come fosse la nostra seconda casa.
La tristezza ad esempio, perché magari si crede che si interrompano anche dei rapporti umani, senza considerare la possibilità che comunque possiamo continuare a frequentare le persone che lasciamo nel vecchio ambiente lavorativo.
Senso di colpa, magari il sentirsi egoisti perché si pensa solo al proprio interesse senza curarsi dei colleghi, dei clienti e perché no, anche di un buon datore di lavoro. Forse è importante ricordarsi che pensare a se stessi non è egoismo e non implica il “fregarsene” degli altri.
Paura, o meglio ansia, visto che temiamo un qualcosa di incerto, ed è un’emozione assolutamente coerente con quello che stiamo affrontando. Il cambiamento non sempre è facile, come abbiamo già detto. Dubitare di se stessi o delle proprie decisioni comporterà solo stress. Ci sono stati sicuramente dei buoni motivi che ci hanno spinto a prendere la decisione di cambiare lavoro, dobbiamo darci ora la possibilità di continuare a credere alle nostre capacità e risorse, che sono le medesime con cui ci siamo confrontati per decidere. Non è il momento di metterle in dubbio.

Accetta il fatto che può prendere una decisione per te stesso, e invece della colpa per i tuoi colleghi o ex datore di lavoro, concentrati quello che hai appreso da loro e quello che tu hai dato a loro e all’azienda. Il rapporto è sempre biunivoco, hai preso e per questo ci sta che ti senti grato nei loro confronti, hai anche dato, quindi c’è stata reciprocità e nessuno si è approfittato dell’altro.

Il sollievo dalle prime emozioni spiacevoli che si provano apre una nuova porta in cui si troveranno nuove motivazioni e una forte determinazione.
Sarà il momento dell’entusiasmo e si prenderà atto che si è fatta la cosa giusta per noi. Ci sarà una forte spinta alla realizzazione dei propri sogni e a raggiungere i propri obiettivi. Insomma si ritornerà un po’ a riscoprire i motivi e le sensazione che ci hanno spinto a cambiare. 

Dott. Giorgio Dal Maso

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Formare le Persone per far crescere le Aziende

6/4/2020

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“Formazione, da formare cioè dare forma. E’ un processo più che un fatto, usiamo le risorse che ci sono, arricchiamo con nuovi contenuti e integriamo il tutto in modo funzionale alla propria crescita personale, professionale e al raggiungimento dei propri scopi.” (Giorgio Dal Maso)

Come OMNIA crediamo molto nella formazione e nell’assoluta necessità di evolversi sia personalmente che professionalmente. Il processo formativo è realizzato da persone per le persone. I formatori attraverso il loro approccio (il come) e le loro conoscenze (il che cosa) trasmettono informazioni e modalità.
Lo scopo che vogliamo raggiungere con ogni formazione che proponiamo è quello di poter aggiungere quel “piccolo” arricchimento, che possa essere quel valore aggiunto alla ricchezza che già c’è, per crescere ed evolversi personalmente e professionalmente.
Dopo questa breve premessa in questo articolo vediamo brevemente un esempio di formazione che OMNIA ha appena concluso per un IPAB del Comune di Verona.
Illustreremo le fasi del processo formativo, i contenuti e i destinatari.

Una formazione non inizia mai in aula. Molto prima!
Il momento iniziale di un processo formativo avviene al primo contatto con il “cliente” che chiede l’intervento. In questa prima fase, ANALISI DEI BISOGNI, viene valutata la richiesta, vengono valutate le risorse a disposizione e vengono raccolte tutte quelle informazioni sia aziendali (mission, i valori, l’organizzazione, ecc...) sia relative alle persone da formare (qualifiche, competenze pregresse, ecc..), essenziali per una corretta pianificazione, preparazione e svolgimento del corso.
Nell’esempio dell’IPAB del Comune di Verona sono stati svolti alcuni colloqui con la Direzione Generale e con il Responsabile dell’Ufficio Personale. Con queste figure, in un primo momento, abbiamo raccolto le richieste proprie della dirigenza e le informazioni rispetto alle figure professionali a cui erogare il corso (numero, qualifiche, mansioni e stato dell’aggiornamento formativo). Successivamente abbiamo elaborato un questionario di raccolta dei bisogni che è stato somministrato ai lavoratori. Analizzati i dati e pensato al tipo e alla modalità di intervento, ci siamo confrontati nuovamente con la Direzione e l’Ufficio Personale per stabilire tempistiche, modalità e budget. In questa prima fase e in questo caso specifico, un aspetto particolarmente ostico è stata la definizione della tempistica (cadenza, durata complessiva in mesi del corso, ecc...). Comprensibile considerato il fatto che l’orario lavorativo del personale si svolge in turni sulle 24h.
Il momento successivo consiste nel mettere insieme tutto il materiale raccolto, dalla direzione, dal responsabile delle risorse umane e dai questionari cosi da poter pianificare e PRGETTARE L’AZIONE FORMATIVA che ci porta nella seconda fase. Siamo già nel bel mezzo del processo formativo e non siamo ancora in aula!

Cosa significa progettare?
Vuol dire identificate le aree di intervento, stabilire le priorità e definire gli obiettivi e le attività formative e gli strumenti per la valutazione dei risultati. Si individua ciò che manca (in termini di competenze, conoscenze, ecc.) per cercare di colmare il
gap.
Due sono i livelli di progettazione:
  • Macro-progettazione. Rappresenta la struttura generale di un intervento formativo. In questa fase vengono individuate la durata dell’intervento, la numerosità dei gruppi, le aree tematiche, le unità didattiche, i metodi formativi.
  • Micro-progettazione. Rappresenta la definizione delle singole unità didattiche. In questo caso, vengono definiti i micro contenuti dell’argomento principale da trattare. La progettazione, a questo livello, è estremamente dettagliata e minuziosa.
    Nel caso specifico avevamo a disposizione 40 ore di formazione e 150 persone da formare (O.S.S. Operatori Socio Sanitari). Ricordando quanto detto nel punto precedente rispetto alla tempistiche, abbiamo deciso di cercare di conciliare esigenze formative con esigenze organizzative. Abbiamo organizzato i primi 7 moduli formativi in incontri di 4 ore per ciascun gruppo (25 persone) per un totale di 6 gruppi. Ciascun modulo consisteva in una lezione frontale. 4 moduli successivi con piccoli gruppi (12 persone circa) di 2 ore ciascuno di role play e lavoro di gruppo sulle tematiche trattate nelle lezioni. Un incontro conclusivo per ciascuno dei 6 gruppi della durata di 4 ore. Il percorso è durato 12 mesi con un’interruzione di 2 mesi per le vacanze estive.
    Le tematiche delle lezioni frontali sono state:

  • 1. Stress & Burnout
    2. Alimentazione
    3. Alleanza e comunicazione

    4. Resilienza e Autoefficacia 5. Person Centred Care
    6. Mindfulness
    7. Fine vita


  • I professionisti coinvolti erano 7. Una nutrizionista e 6 psicologi. Dei sei professionisti psicologi, uno per le tematiche 5 e 7 ed uno per la 7. Gli altri quattro hanno tenuto le lezioni 1,3 e 4 ed essendo quelli più presenti fungevano anche da riferimento per il gruppo.
    Ogni professionista ha preparato e tratto personalmente il materiale proposto. Per garantire uniformità di contenuti e modalità abbiamo sviluppato insieme quanto prodotto.

    Si entra così nella formazione vera e propria, cioè il momento dell’EROGAZIONE. Questa fase consiste nella realizzazione dell’intervento formativo. Seguendo la micro-progettazione precedentemente definita, è in questa fase che avviene l’incontro e scambio tra formatore e discenti.
    Nel nostro esempio i gruppi erano formati da 25 partecipanti, la lezione era frontale con ampia possibilità di interazione. A disposizione dei discenti c’erano dispense preparate dai docenti che rispecchiavano la lezione e gli argomenti trattati in aula.
    Le lezioni erano di quattro ora, dalle 9 alle 13 o dalle 14 alle 18. Alla prima lezione del percorso formativo è stato chiesto ai partecipanti di compilare un questionario per valutare il proprio stato attuale (il come si sente), riproposto poi durante l’incontro conclusivo del percorso assieme a un questionario di gradimento.

L’ultimo atto di un processo formativo consiste nella
VALUTAZIONE DEI RISULTATI e può suddividersi cosi:

1. Valutazione delle reazioni dei partecipanti. Ha lo scopo di rilevare le prime reazioni dei discenti. Gli strumenti utilizzati sono i questionari di fine corso o la valutazione delle aspettative.
2. Valutazione dell’apprendimento. Consente di verificare se il gap di conoscenze/competenze si sta colmando o meno. Gli strumenti utilizzati sono l’intervista a campione o la compilazione di schede di valutazione della prestazione nel periodo successivo al corso.
3. Valutazione dell’effetto di cambiamento sull’organizzazione. In questo caso, è il management aziendale a ricoprire il ruolo di valutatore, monitorando il cambiamento dei comportamenti nei discenti, in termini di performance, clima, relazioni.

Come precedentemente accennato, nell’esperienza appena conclusa è stato chiesto ai partecipanti di compilare il questionario di valutazione dello stato attuale di benessere/malessere e il questionario di gradimento
Nel primo questionario abbiamo notato dei cambiamenti indicanti che dall’inizio della formazione alla conclusione qualcosa nel loro vissuto è cambiato in meglio. Il questionario di gradimento ha rilevato piena soddisfazione da parte dei partecipanti per quanto riguarda l’aspetto della docenza (docenti, modalità di conduzione e materiali messi a disposizione) e degli argomenti trattati. Ha messo in evidenza con altrettanta forza le criticità di questo corso, ovvero la lunghezza e l’impegno richiesto per portarlo a termine. Fin da subito si era consapevoli dell’impegno e della lunghezza del percorso, tuttavia quello che abbiamo trovato era il migliore dei modi in quel momento. Ci siamo già attivati per poter erogare lo stesso corso con un’altra modalità, grazie proprio all’esperienza passata.

Per concludere
Quest’anno appena trascorso è stato impegnativo e gratificante, anche per i nostri allievi. Li ringraziamo sinceramente per il loro contributo alla buona riuscita del percorso formativo.
Ogni indicazione, all’interno del processo formativo, che venga da un questionario, da un test o dalla voce in aula è da carpire e farne tesoro.

Quindi possiamo dire che anche noi, come i nostri allievi, ci siamo formati per un anno. Anche noi, come loro, abbiamo trovato soluzioni migliori, ciascuno nel proprio lavoro, per offrire un servizio e di sempre maggior qualità. 

Dott. Giorgio Dal Maso
Psicologo e Psicoterapeuta
Consigliere del CDA di Omnia Impresa Sociale


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Maledetta solitudine: l'esperienza di una nostra socia

6/4/2020

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In questo periodo di quarantena causata dalla situazione sanitaria relativa alla pandemia di Covid-19, sono numerosi gli ambiti in cui il sostegno psicologico viene messo in primo piano, soprattutto per quanto riguarda persone con determinate patologie e personale sanitario ed assistenziale che si trova in prima linea per fronteggiare l’emergenza.

Mi sono però chiesta se ciò che stiamo facendo sia sufficiente, se non ci stiamo dimenticando qualcuno…
Questa riflessione emerge da un momento di vita vissuta occorso la scorsa domenica, quando, tra un film e una serie tv, ho ricevuto una telefonata. A chiamarmi era una delle signore che partecipano ad un gruppo per caregiver del quale sono moderatrice. La signora Maria ha iniziato a partecipare dopo la morte del marito, quando il suo compito di cura si era esaurito: non riusciva a trovare una modalità diversa per vivere, per ridisegnare la sua quotidianità.
Maria vive da sola, ma ha figli e nipoti che le sono molto vicini e con i quali condivide numerosi momenti piacevoli. In questo periodo però non li sta vedendo: lavorano e sono a contatto con numerose persone e per questo motivo vogliono preservare Maria da un possibile contagio. Si sentono spesso telefonicamente, passano a portarle la spesa e la salutano dal marciapiede, cercando di essere comunque presenti per lei. Ma le giornate sono interminabili, ed evidentemente domenica lo era più di tutte le altre, tanto da far pensare a Maria che forse aveva bisogno di qualcuno, qualcuno che la conoscesse e con cui era emerso anche il suo lato meno forte e combattivo.
“Ho pensato di chiamare te, perché eri l’unica che poteva capire”
Queste sono state le prime parole di Maria tra le lacrime, questo è stato ciò che mi ha detto appena le ho risposto al telefono.
Non credo di aver fatto chissà quale intervento, non credo di averle detto chissà cosa, anzi, non pensavo di essere stata utile, ma evidentemente non è stato così: le ho dato il modo di esternare ciò che con alla famiglia non vuole far vedere.
“Loro sanno che io sono forte, mi vedono così e va bene così.. non voglio farli preoccupare…”
Quante e quante volte Maria mi ha detto questa frase, quante volte ho provato a riflettere con lei sul darsi la possibilità di dimostrare le sue fatiche e le sue debolezze.
Credevo di non essere riuscita a scalfire quella corazza che in più di 80 anni si è costruita per far fronte alle difficoltà della vita.. eppure.. eppure mi sbagliavo alla grande.
Con me si è permessa di essere veramente Maria, con tutto ciò che questo comporta. L’aver accolto i suoi bisogni, il suo pianto, l’aver riconosciuto la sua difficoltà le ha permesso di salutarmi dicendomi grazie, dicendomi che sapeva che sentendomi sarebbe stata meglio.
Dopo aver riattaccato il telefono ho pensato molto alle sue parole, al senso del lavoro di psicologo, a quanto possiamo essere importanti in questo momento. E altrettanto ho pensato a quanto sia difficile, praticamente impossibile, riuscire a raggiungere tutte le persone che hanno necessità, che possono trovare giovamento da un nostro intervento: tutte le persone anziane che vivono sole ad esempio, categoria già fragile di per sé, che sta subendo in modo significativo le limitazioni di questi giorni.

​E allora cosa fare?  Come potersi sentire meno impotente?

Io credo che sia indispensabile, nelle nostre città e nei nostri paesi, riscoprire il “buon vicinato”, quello che ci fa fermare un attimo a parlare da un balcone all’altro, da un cortile all’altro, con chi abita  vicino a noi, con chi magari ha contatti solo telefonici con famiglia e amici, con chi non ha le capacità o la possibilità di fare una videochiamata.
Non sempre serve un sostegno psicologico strutturato. A volte basta davvero poco per essere la rete sociale che fa pensare alla persona “sapevo che chiamando te sarei stata meglio…”

Dott.ssa Elena Ferlini
Psicologa, Psicoterapeuta e Consigliera del CDA di Omnia Impresa Sociale 


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Il "cuore" dello Psicologo a distanza

29/3/2020

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Ora più che mai può diventare chiaro alla popolazione e, in primis, ai professionisti come la tecnologia possa essere fondamentale per dare presenza e ricevere aiuto a distanza. Ciò che prima giudicavamo asettico e castrante per la relazione, oggi ci tende la mano e si mette a servizio dei bisogni e delle difficoltà delle persone. La sua utilità non si limita più solo a chi ha impedimenti a causa di mobilità circoscritta, restrizioni temporali, difficoltà di accesso ai servizi di salute mentale per problematiche fisiche o lunghi periodi lontano da casa, ma si estende alle necessità di un’intera nazione che deve far fronte ad un periodo di reclusione forzata, con tutte le paure e le frustrazioni che possono scaturire: “Sono impotente”; “Sono da solo”; “Sono in trappola”; “Temo di ammalarmi/morire”; “Non ho più spazi miei personali”; …
Ogni persona di ogni età può beneficiare di questo supporto, dai cosiddetti “nativi digitali” ai più anziani.  Lo psicologo può, in questo modo, continuare ad esserci e ad entrare nella vita delle persone per adempiere allo scopo che, scegliendo questa professione, ha deciso di perseguire. Tutto ciò, non senza le proprie e personali tribolazioni.
Sì, perché come professionisti da anni siamo allenati a stare accanto alle persone per aiutarle, sostenerle, incoraggiarle, condividere riflessioni, suggerimenti e buone prassi, ma di fronte ad un evento come questo ci siamo sentiti un po' “inutili”. Se solitamente il nostro stare avviene attraverso la relazione, fatta di presenza fisica ed emotiva, la lontananza che la quarantena ci costringe a vivere in un certo senso ci tarpa le ali e ci priva di uno strumento che per noi (e per voi) diventa imprescindibile nel lavoro terapeutico.
Oltre a ciò, internet è pieno di consigli e raccomandazioni sui comportamenti da mettere in pratica per proteggere se stessi e i propri cari; idee e suggerimenti  su come utilizzare il tempo da trascorrere in casa e renderlo piacevole e utile; riflessioni sull'impatto che questa situazione sta avendo a livello individuale, relazionale, sociale e man mano più ampio (globale e "cosmico" da un certo punto di vista); spiegazioni su quello che stiamo vivendo a livello psicologico, sociale, emotivo, su come affrontare le difficoltà e come gestire la situazione come persona, come partner, come genitore...
È allora che è scaturito il bisogno di fare un passo in più, dove il nostro senso di impotenza viene meno e il senso di responsabilità e di aiuto prende piede: attraverso l’empatia.
Siamo psicologi, ma prima di tutto siamo persone. Le stesse difficoltà che potete aver provato voi lettori sono le medesime che possiamo avere sperimentato noi al tempo del “coronavirus”. Questa parola racchiude tutto, idee, fantasie, paure e incertezze e fa nascere l’esigenza di gestire le emozioni e i pensieri in modo da poter continuare a svolgere il proprio lavoro, a prenderci cura delle persone che contano su di noi e di cui ci sentiamo responsabili, a prenderci cura di noi stessi. Siamo come voi, con le vostre emozioni e i vostri pensieri, con le vostre difficoltà da risolvere per poter continuare a vivere la vostra quotidianità, per quanto strana e bizzarra appaia ancora.

Vi capiamo, vi comprendiamo e vogliamo noi tendere la mano a voi.
OMNIA si occupa di sostegno, consulenza psicologica e psicoterapia rivolti al singolo, alla coppia, alla famiglia o al gruppo offrendo un servizio professionale orientato alla comprensione e risoluzione dei problemi che affliggono la persona in un determinato momento della vita e in generale al raggiungimento del benessere. La prestazione è offerta da psicologi e psicoterapeuti che fanno parte dell'Associazione e che sono professionisti formati, adeguati e regolarmente iscritti all'Ordine.
E se questi servizi devono passare attraverso la tecnologia, ben venga: siamo figli del nostro tempo e quest’epoca ci ha fatto un dono prezioso, quello di essere vicini anche da lontani.
Possiamo scrivervi, chiamarvi, restare in contatto per non lasciarvi soli in questo momento difficile.
Questa è la nostra volontà di non venire meno al nostro impegno, ricordandoci di voi.

Se hai bisogno di un professionista che possa esserti d’aiuto in questo momento di difficoltà è possibile contattarci tramite il numero telefonico 3270610614, il sito internet www.omniaimpresasociale.it e l’indirizzo e-mail [email protected]
Dott.ssa Alice Zanini e Dott.ssa Maria Concetta Capuano
Socie OMNIA
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"Noi da Voi": il Centro Sollievo ai tempi del coronavirus

20/3/2020

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A causa della situazione sanitaria attuale le attività semiresidenziali e di aggregazione, come il Centro Sollievo Famiglie gestito da OMNIA Impresa Sociale, sono state incluse nella chiusura imposta dai decreti governativi per prevenire la diffusione dell’epidemia di COVID-19 e per garantire sicurezza ad una fascia di popolazione tra quelle più fragili e maggiormente a rischio di contagio.
La demenza, a differenza del Centro Sollievo, non si ferma e le famiglie si trovano in questo periodo a dover affrontare anche l’emergenza data dalla gestione di una problematica così invalidante e che causa un peso assistenziale molto alto su chi si occupa h24 di una persona con questa patologia. La reclusione forzata, che tutti stiamo vivendo come complessa e difficile da gestire, diventa, nelle famiglie da noi seguite, un’ulteriore difficoltà. Le giornate paiono dilatarsi e la noia amplifica quelli che vengono chiamati, dagli addetti ai lavori, i disturbi comportamentali: ansia, agitazione psicomotoria, apatia e alle volte aggressività, sia verbale che fisica.

​Ci si è pertanto chiesti come poter essere d'aiuto ai nostri familiari non potendo al momento essere fisicamente presenti nel nostro Centro Sollievo e, assieme alla coordinatrice del progetto sollievo per l’ULSS 9, la dr.ssa Silvana Monchera, e ai professionisti che operano nelle altre associazioni del territorio, si è deciso di continuare ad essere operativi a distanza.

Per questo motivo OMNIA sta portando avanti il suo operato portando il Centro Sollievo a casa delle famiglie che si occupano di anziano con deterioramento cognitivo, prendendo in carico tutto il nucleo familiare, che appare inscindibile in questo tipo di problematica.

OMNIA ha inviato alle famiglie una mail con suggerimenti di attività da svolgere in questo periodo con i propri anziani, al fine di creare dei momenti occupazionali che possano dare al malato una nuova routine, in sostituzione a quella interrotta dall’attuale emergenza sanitaria.
Si è cercato di suggerire attività praticabili in casa senza troppa difficoltà, come attività di cucina, giardinaggio, pulizia della casa, oltre a momenti maggiormente ludici come l’ascoltare musica e il riguardare vecchi album fotografici. Tutto ciò può diventare stimolazione cognitiva, in grado di mantenere le capacità residue della persona con demenza e capace di attivare la parte più “calda”, quella legata alle emozioni, per arrivare poi a realizzare il vero obiettivo primario degli interventi, ovvero creare benessere e aumentare la qualità di vita.
Sono state date ai caregiver, inoltre, alcune indicazioni e consigli sugli atteggiamenti e sui comportamenti da tenere nei confronti del proprio caro, in modo tale che questi possano essere il più possibile momenti di piacere e non di fatica per entrambi gli attori: ciò che deve avere la precedenza non è la qualità del risultato ottenuto ma lo stato d’animo che l’attività lascia, il sentirsi utili e capaci, il sentirsi parte attiva di un tessuto sociale e familiare, il ritrovare una quotidianità spesso persa a causa di un decadimento che ha tolto, con il tempo, anche una parte dell’identità della persona con demenza.

È stato proposto un monitoraggio periodico della gestione degli anziani, con telefonate al caregiver principale per verificare come procede la quotidianità fino alla possibilità di riapertura del centro sollievo. Oltre a ciò, ci siamo messi a disposizione tramite la reperibilità telefonica delle cinque psicologhe che operano nel centro, dal lunedì al venerdì, sia in una fascia mattutina che in una pomeridiana, in modo tale che le famiglie possano rivolgersi a loro per capire come gestire situazioni di emergenza che si possono trovare a vivere.
Per i caregiver che ne sentissero la necessità vi è la possibilità di concordare e fissare degli appuntamenti per colloqui di sostegno psicologico telefonici o tramite videochiamata, sempre con le psicologhe che gestiscono le attività del Centro Sollievo, formate in psicologia dell’invecchiamento ed in neuroscienze.

In questo modo si è cercato di mettere in atto strategie concrete per sopperire alla “mancanza” di un rapporto umano “di persona” e di un gruppo, come quello che si crea all’interno del centro sollievo, che fa ritrovare agli utenti una socialità, spesso interrotta dall’avanzare della patologia.
Importanti e positivi sono stati i primi feedback ottenuti dalle famiglie, entusiaste dalla proposta, che si sono sentite un po’ meno sole, in una situazione generale che ci sta togliendo una parte del sostegno dato dal nostro tessuto sociale.
Solitamente il Centro Sollievo di OMNIA Impresa Sociale è aperto con le sue attività di stimolazione cognitiva rivolta agli anziani dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.00, mentre i colloqui di sostegno psicologico offerti ai familiari vengono fissati in base alla disponibilità degli stessi, in modo tale da permettere di usufruire di questo servizio anche alle persone che lavorano o che hanno bisogno di essere sostituiti, nel ruolo di caregiver principale, da altri componenti della famiglia.

Il servizio per questo periodo di emergenza è già attivo per tutte le persone seguite all’interno del Progetto Sollievo e OMNIA Impresa Sociale rimane a disposizione anche di famiglie e persone non già seguite e che hanno bisogno di sostegno ed aiuto in questo momento storico di emergenza.
E’ possibile contattare l’associazione tramite i numeri telefonici 3270610614 e 3270610278,  tramite il sito internet www.omniaimpresasociale.it e all’indirizzo e-mail [email protected]
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POTERE DI DONNA: Un corso condotto da donne, pensato per tutte le donne

8/12/2019

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“Se il maschile può essere rappresentato come una linea diritta, il femminile è sicuramente una linea concava. Questa cavità é tutto ciò che il femminile racconta: è il nido, la culla, le braccia materne, la luna. E' il seno, l’utero, il grembo, la mano. É il bacino dei mari, dei laghi dei fiumi, l’incavo del cuore, la volta del cielo. É il contenitore universale, il calderone della Dea. Ed é molto, molto altro ancora.” Loretta Martello

Potere di Donna è percorso di consapevolezza dedicato al femminile, allo sguardo portato all’interno di sé, ai suoi colori, alle sue meraviglie.
Ogni donna è un essere unico ed irripetibile, ma solo attraverso il contatto con se stessa, con i propri talenti, attraverso il riconoscimento dei propri schemi mentali e delle proprie insicurezze, può attingere all’autentica forza creatrice interiore.
Potere di donna è l’occasione di un tempo ed uno spazio per te stessa, in un gruppo guidato da due donne in cammino, per un percorso di messa in discussione, di gioco, di ascolto e di crescita per tutte. 
Potere di Donna è un percorso di 7 incontri, ognuno dei quali rappresenta una delle 7 porte, punti di accesso al tuo mondo interiore.
Un modo per scoprire la tua bellezza e la tua unicità e portarla nel mondo.
Gli incontri si terranno nella sede di Omnia, a Verona in via Marconi 19/b, il mercoledì dalle 20:30 alle 22:00 in queste date: 
15/01/20
22/01/20
29/01/20
05/02/20
12/02/20
19/02/20
​ 26/02/20
I 7 incontri saranno preceduti da una serata gratuita nella quale potrai conoscere le professioniste, avere un primo assaggio del percorso, fare domande e, se vorrai, iscriverti.
Mercoledì 11 Dicembre dalle 20:00 alle 21:30
Il percorso potrà essere preceduto da un incontro individuale conoscitivo gratuito con una delle conduttrici.
Chi siamo:
Dott.ssa Karin Wegher, psicologa e psicoterapeuta in formazione, interessata alla conoscenza e all’integrazione di approcci diversi, lavora con adulti ed adolescenti, accompagnando la persona attraverso il colloquio individuale e utilizzando all’occorrenza strumenti differenti, dalle costellazioni familiari, alle tecniche immaginative e creative.
Dott.ssa Veronica Benetti, psicologa e psicoterapeuta sistemico relazionale in formazione, lavora con adulti, coppie e famiglie, progetta e realizza percorsi laboratoriali rivolti a genitori e adolescenti lavorando sulle tematiche legate all'affettività, alla gestione della comunicazione e sul conflitto.
Costi: Potere di Donna è offerto al costo promozionale di 139€ comprensivo di: serata conoscitiva mercoledì 11 dicembre 2019; incontro individuale conoscitivo con una delle conduttrici; 7 incontri in piccolo gruppo (massimo 10 persone).
Il pagamento del corso potrà avvenire nei seguenti modi: in contanti o con carta presso la sede Omnia di via Marconi 19B a Verona, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00 Tramite bonifico, inviando la ricevuta all’indirizzo mail [email protected] IBAN: IT 08 B 02008 11730 000103503717 CC intestato a Omnia Impresa Sociale Causale: iscrizione corso potere di donna Nome Cognome
Per ulteriori informazioni scrivici: - all'indirizzo mail [email protected] - sulla nostra pagina fb Omnia Impresa Sociale - sul nostro sito https://www.omniaimpresasociale.it/contatti.html 

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Psicologi in Piazza IV Edizione: Linguaggi Corporei

20/10/2019

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Anche quest’anno Omnia Impresa Sociale ritorna in piazza per diffondere la Psicologia e il ruolo che la figura dello psicologo può svolgere in favore della società. Quest’anno la manifestazione sarà dedicata al CORPO: si sottolineerà come la nostra disciplina possa divenire un canale d’elezione per comprendere manifestazioni e segnali dell’organismo passando anche per le complessità date da traumi e disabilità. Il programma, che avrà modo di leggere successivamente, sarà molto ricco e comprende la partecipazione di molti professionisti e realtà del territorio veronese.
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Nuovi Corsi Autunnali 2019 di Prevenzione

9/10/2019

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Arriva l'Autunno e OMNIA è pronta a ricominciare la campagna di Prevenzione per promuovere l'invecchiamento attivo. Un mese ricco di novità, con l'inizio dei nuovi corsi:
  • Mercoledì 09 Ottobre ore 10.30 FITNESS DELLA MENTE AVANZATO c/o Centro Culturale Tommasoli (Verona), 10 incontri di allenamento della memoria per i partecipanti che hanno già svolto il corso base
  • Venerdì 11 Ottobre ore 9.30 FITNESS DELLA MENTE BASE c/o Saletta Centro Culturale Montorio, Piazza Penne Nere 1 - 8 Circoscrizione Verona, 10 incontri di allenamento della memoria e training cognitivo
  • Martedì 15 Ottobre ore 10 PREVENIRE E CURARE CON GLI STILI DI VITA, 10 incontri sugli aspetti psicologici dell'invecchiamento tenuti dagli psicologi di OMNIA, organizzato da Associazione Chora con il contributo della regione.
Per iscrizioni contattare 327 0610278/[email protected]
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A NATALE REGALA LA SALUTE. REGALA IL CORSO FITNESS DELLA MENTE OMNIA

22/12/2018

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Frenesia degli ultimi regali?Terminate le idee?
Basta regalare ai nonni la solita sciarpa o i calzini. Ecco il regalo originale che stupirà le persone speciali a cui lo donerai.
A Natale quest’anno regala un corso di FITNESS DELLA MENTE in una delle 10 sedi disponibile a Verona e Provincia: 10 incontri di un 1 e mezza alla settimana per mantenere in allenamento attenzione e memoria e prevenire il decadimento patologico.
FITNESS DELLA MENTE è un training altamente strutturato perchè si basa sulle recenti ricerche nel campo della Neuropsicologia e delle Neuroscienze, secondo le quali, sfruttando la naturale plasticità del cervello, è possibile tenere in allenamento il cervello a qualsiasi età.
Può essere uno strumento ideale per l’adulto giovane per potenziare le proprie capacità cognitive oppure un efficace percorso di mantenimento e di socializzazione per l’adulto anziano in età pensionabile.
Gli esercizi proposti vengono tarati sulle capacità individuali di ciascun utente e viene dato un riscontro personale sul proprio stile cognitivo al termine del percorso.
Fitness della Mente è indicato per adulti anziani che sono attivi, che si prendono cura del proprio corpo e della propria mente, ma anche per coloro che si stanno chiudendo in sé stessi, nelle loro rigide abitudini e che necessiterebbero di occasioni per socializzare.
Per informazioni dettagliate e costi chiamare 347 0610278 o scrivere a [email protected].
I corsi partiranno a Febbraio 2019 in 8 Circoscrizioni di Verona, nel Comune di Zevio, nel Comune di Valeggio sul Mincio e nel Comune di Bovolone.
Quest’anno a Natale regala la Salute. Regala Fitness della Mente di OMNIA
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ALLENARE IL CORPO E LA MENTE

30/9/2018

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Conferenze gratuite di informazione sulle attività di prevenzione presenti sul territorio e rivolte alla Terza Età.
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